Comprendere se si è affetti da un problema potenzialmente serio come la Sindrome delle Apnee Notturne (OSAS) può non essere così semplice. In molti casi è il partner ad evidenziare la presenza di un disturbo respiratorio notturno. Il paziente affetto da apnee notturne, infatti, solitamente (ma non sempre) è un formidabile russatore. Il partner di letto diventa – suo malgrado – il primo testimone della presenza di apnee notturne. In alcuni casi il partner si trasforma in una vera e propria sentinella poiché teme che il compagno smetta di respirare….
Quando avere il dubbio
In generale, possiamo affermare che è lecito avere il dubbio di soffrire di apnee notturne in presenza di un russamento abituale, presente almeno 3 notti su 7 in una settimana. Qualora il partner di letto evidenzi la presenza di blocchi respiratori, la probabilità di soffrire di apnee notturne cresce moltissimo. Se vivi da solo, è possibile registrare l’attività sonora notturna attraverso l’utilizzo di apposite applicazioni come ad esempio “Snorelab“. Si tratta di applicazioni che, pur non avendo una precisa validazione scientifica, possono essere molto utili per confermare un dubbio e procedere verso la diagnosi.
Ma che caratteristiche devono avere questi blocchi respiratori per essere davvero preoccupanti? Purtroppo la risposta non è così semplice. Sicuramente devono preoccupare arresti respiratori completi che abbiano una durata di almeno 10 secondi. In questo caso la presenza di OSAS è quasi certa, anche se dobbiamo ricordare che pochi episodi di apnea possono essere presenti anche nel soggetto sano. Tuttavia, la Sindrome delle Apnee Notturne è spesso caratterizzata anche da blocchi respiratori incompleti o parziali, molto più difficili da identificare da parte del paziente. In questi casi occorre verificare la presenza di tutti i sintomi che possono essere correlati alla presenza delle apnee notturne. Dobbiamo ricordare che la sindrome delle apnee notturne non è caratterizzata solo da sonnolenza diurna. La sonnolenza è presente solo nel 30% dei pazienti, di solito nelle forme più gravi. Tuttavia esistono molti altri sintomi collegati alla malattia. A tal proposito si consiglia di leggere i Post “Apnee notturne e ridotta ossigenazione: quali sono i rischi“, “Pressione alta ed apnee nel sonno” e “Impotenza maschile, russamento ed apnee notturne“.
Come uscire dal dubbio
Temi di soffrire di apnee notturne? Credi che il tuo compagno/a soffra di questo problema? Per uscire dal dubbio occorre sottoporsi ad un monitoraggio cardio-respiratorio notturno, spesso definito polisonnografia. Si tratta di un esame non invasivo che permette di identificare in modo preciso tutte le caratteristiche della tua respirazione notturna.
La poli(sonno)grafia è un esame imprescindibile per la diagnosi di OSAS. L’accertamento è anche indispensabile per poter programmare un intervento terapeutico mirato ed efficace. Questa patologia, infatti, può essere trattata in diversi modi, invasivi o meno invasivi. Un esame ben eseguito e ben interpretato è fondamentale per scegliere l’intervento terapeutico più opportuno. Se vivi a Firenze puoi rivolgerti al Nostro Centro. Saremo felici di offrirti la nostra esperienza nella cura dei disturbi respiratori notturni. Qualora tu viva fuori Firenze ma avessi piacere di essere seguito da noi, potrai eseguire l’esame al tuo domicilio rivolgendoti a SonnoService e chiedendo che sia io a refertare l’esame. Una volta avuto la risposta dell’esame, potrai decidere se venire da noi per continuare nell’iter terapeutico o rivolgerti ad uno specialista della tua zona.
Soffri di apnee notturne? Scopri di più leggendo “Sindrome delle Apnee Notturne: domande frequenti“.
Come risolvere il problema?
Le soluzioni per risolvere un problema di apnee notturne sono diverse e diversamente invasive. La tipologia di trattamento maggiormente indicata dipende dalla gravità della sindrome e dalle caratteristiche del paziente. Le soluzioni possono variare dall’utilizzo di particolari dispositivi odontoiatrici (vedi il post “Una protesi in bocca per smettere di russare“) all’utilizzo di particolari “ventilatori notturni” denominati CPAP, senza dimenticare la possibilità di trattare chirurgicamente casi selezionati (vedi il post “Terapia Chirurgica per Sindrome delle Apnee Notturne“).
Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria, Medicina del Sonno e Medicina Estetica.
Responsabile del servizio di Otorinolaringoiatria del CRO di Firenze.
Autore di “Sindrome delle Apnee Notturne: domande frequenti”
Autorie di “Reflusso gastroesofageo e reflusso extra-esofageo: domande frequenti“