L’intervento di rimozione delle tonsille è uno degli interventi più frequentemente praticato dall’otorinolaringoiatra. Possiamo affermare che esso sia l’intervento maggiormente eseguito insieme alla settoplastica (a tal proposito ti consigliamo di leggere il Post “Settoplastica: come si svolge e quando è indicata“).

In passato l’intervento veniva eseguito molto comunemente, tanto che gli otorinolaringoiatri si sono meritati la fama di “chirurghi delle tonsille”. Per fortuna, oggi esistono dei criteri precisi per decidere di sottoporre un paziente a tonsillectomia. A tal proposito si consiglia di leggere il post “Tonsille: quando toglierle“. Ma che differenza esiste tra togliere completamente le tonsille ed eseguire una riduzione tonsillare? Quando è consigliabile eseguire una rimozione completa e quando invece una parziale?
Riduzione Tonsillare completa o parziale
Fino a pochi anni fa non esisteva il concetto di rimozione parziale delle tonsille. Gli interventi venivano sempre condotti con lo scopo di rimuovere completamente il tessuto linfatico delle tonsille. In alcuni casi una parte di tessuto tonsillare restava in sede, ma non certo per volontà del chirurgo. Nella maggior parte dei casi la rimozione parziale era dovuta a problemi tecnici insorti durante l’intervento. Per fortuna, nella maggior parte dei casi, una rimozione non completa delle tonsille non determinava (e non determina) alcun problema. La maggior parte di queste operazioni radicali era condotta a causa dell’insorgenza di infezioni tonsillari ricorrenti, una delle principali indicazioni all’intervento. La rimozione completa del tessuto linfatico è infatti in grado di scongiurare la persistenza di infezioni ricorrenti. In questi casi, quindi, è assolutamente indicata la rimozione completa delle tonsille.
Ma quando le tonsille vanno rimosse per motivi non infettivi, è necessario comunque toglierle completamente? Questa è la domanda che ha portato gli otorinolaringoiatri ad inventare l’intervento di riduzione tonsillare.

In alcuni casi le tonsille non sono interessate da infezioni ricorrenti ma sono implicate nella genesi di una Sindrome delle Apnee Notturne. Questa evenienza è particolarmente frequente nei bambini. A tal proposito consigliamo di leggere il Post “Bambini, russamento e apnee notturne“. In questo caso il tessuto linfatico tonsillare crea soltanto ingombro per la respirazione ma non è sede di un focolaio infettivo. In questi casi può essere certamente saggio non rimuoverlo completamente.
I vantaggi della riduzione parziale
La riduzione tonsillare parziale offre una serie di vantaggi. Innanzitutto riduce di molto il rischio di sanguinamento post-operatorio rispetto alla tecnica classica. Oltre a questo, riduce il dolore post-operatorio nel paziente. Come terzo fattore, il tessuto tonsillare residuo, continua a svolgere il suo ruolo di barriera difensiva contro le infezioni.
Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria, Medicina del Sonno e Medicina Estetica.
Responsabile del servizio di Otorinolaringoiatria del CRO di Firenze.
Autore di “Sindrome delle Apnee Notturne: domande frequenti”
Autorie di “Reflusso gastroesofageo e reflusso extra-esofageo: domande frequenti“