Caratteristiche e conseguenze della Presbiacusia
L’ipoacusia nel paziente anziano, denominata presbiacusia, è un problema spesso sottovalutato. La maggior parte dei pazienti ipoacusici anziani, tende a considerare poco importanti le proprie limitazioni uditive. In molti casi il paziente anziano si decide a rivolgersi allo specialista solo in caso di un grave ed improvviso peggioramento della capacità uditiva. Questo fenomeno, nei soggetti anziani, di solito è attribuibile a cerume, anche se non è impossibile che possa dipendere dall’insorgenza di ipoacusia improvvisa. Riguardo questi argomenti si consiglia la lettura dei Post “Come tenere pulite le orecchie” e “Perdere l’udito in pochi secondi è possibile“.
E’ molto frequente che siano i familiari a “costringere” il parente anziano a rivolgersi ad un Centro specializzato. Questa reticenza, purtroppo, può portare a gravi ritardi nell’intervento terapeutico, con conseguenze poco piacevoli per il paziente.
Il calo dell’udito fa parte del naturale processo di invecchiamento del nostro organismo. In particolare, l’invecchiamento del sistema uditivo, si manifesta con un calo che interessa prevalentemente le frequenze acute. Il soggetto interessato da presbiacusia tenderà a lamentarsi per la scarsa capacità di seguire il discorso in ambienti rumorosi, come ad esempio al ristorante o in una piazza particolarmente trafficata.
Un altro sintomo spesso riferito dal paziente ipoacusico è la difficoltà nella comprensione dei dialoghi televisivi, fenomeno dovuto al calo dell’udito ma anche al netto incremento della velocità di eloquio della televisione moderna. Con l’andare del tempo la soglia uditiva tende a peggiorare. Le relazioni sociali diventano sempre più difficoltose, fino a provocare attrito con i familiari per le frequenti incomprensioni. Se la situazione di ipoacusia ed isolamento sociale si prolunga per molto tempo, è frequente che questo provochi delle ripercussioni serie o che possa condurre ad una demenza senile anticipata.
Come e quando intervenire in caso di presbiacusia
La presbiacusia può essere trattata soltanto mediante l’applicazione di protesi acustiche. A questo riguardo si consiglia di leggere il Post “Quando mettere l’apparecchio acustico“. I due scogli principali da vincere quando si ha a che fare con un anziano ipoacusico sono la diffidenza verso l’utilizzo delle protesi acustiche e la mancata presa di coscienza del deficit uditivo.
La diffidenza verso la protesizzazione nasce, spesso, da voci di amici e parenti non soddisfatti dopo il percorso di protesizzazione. Occorre sempre prestare attenzione alla qualità di queste voci perché, purtroppo, sono frequenti i casi in cui l’indicazione alla protesi acustica risulta o troppo precoce o troppo tardiva. In entrambe queste condizioni, infatti, il paziente risulterà poco soddisfatto. Scegliere il momento giusto per mettere un apparecchio acustico, soprattutto nei pazienti anziani, risulta molto importante. Per questo motivo appare saggio sottoporsi ad una visita periodica con misurazione dell’udito almeno una volta all’anno a partire dai 60 anni di età. In presenza di una familiarità per ipoacusia, è consigliabile eseguire controlli a partire dai 50 anni . Una protesizzazione eseguita troppo presto provocherà, molto più spesso, un rigetto per “sensazione di rimbombo”. Una protesizzazione troppo tardiva, eseguita quando già compare un deficit centrale nella conduzione del segnale uditivo, sarà quasi sempre destinata a fallire.
La mancata presa di coscienza del problema ipoacusia è un fattore negativo molto importante per la cura del paziente anziano. Questa difficoltà si colloca spesso all’interno di un quadro di più generale degrado cognitivo che rende molto difficile la presa in carico del paziente. E’ compito dei familiari convincere e non costringere il paziente a vedere uno specialista, cosa più facile a dirsi che a farsi.
Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria, Medicina del Sonno e Medicina Estetica.
Responsabile del servizio di Otorinolaringoiatria del CRO di Firenze.
Autore di “Sindrome delle Apnee Notturne: domande frequenti”
Autorie di “Reflusso gastroesofageo e reflusso extra-esofageo: domande frequenti“