Alcune volte capita che qualcuno durante un viaggio in aereo accusi un forte mal di testa di solito all’atterraggio e talvolta anche al decollo.
Perché succede questo? La colpa è dello stato di salute delnaso e della sua conformazione anatomica nelle persone colpite. Molto spesso questo avviene in coloro che hanno uno stato di infiammazione nasale acuto (raffreddore, rinite allergica, rinosinusite acuta) che comporta una congestione delle fosse nasali con conseguente riduzione del flusso aereo nei seni paranasali. Ma non basta. Per far si che si sviluppi anche il mal di testa (cefalea) è anche necessario che la conformazione anatomica del seni paranasali non sia adeguata alle variazioni di pressione atmosferica che si è sottoposti durante un viaggio in aereo (o anche durante immersioni subacquee).
Nella fattispecie una anatomia del recesso naso-frontale (il canale che mette in comunicazione il seno frontale con la fossa nasale) complessa per la presenza di numerose cellette etmoidali determina una riduzione del diametro di tale recesso divenendo suscettibile agli stati di congestione e/o alle variazione di pressione e non consentendo un adeguata ventilazione del seno frontale(barosinusite).
Come si può curare? L’analisi della letteratura scientifica eseguita da Vaezeafshar et al* consente di avere una panoramica sulle opzioni terapeutiche.
- La terapia medica
Nella maggior parte dei casi in fase acuta, l’uso di antidecongestionati nasali e analgesici consente di ottenere buoni risultati già nelle prime fasi. Non è stato dimostrato alcun ruolo dell’uso di antibiotici o di steroidi. Nei soggetti con barosinusite cronica recidivante che eseguono immersioni, invece, la terapia con lavaggi nasali e steroidi nasali per 6 settimane associati ad un breve ciclo di steroidoterapia orale permette di ottenere notevoli benefici; mentre nei piloti è utile anche una terapia antibiotica per un mese.
Tuttavia nelle forme croniche recidivanti è utile eseguire un approfondimento diagnostico radiologico poiché l’intervento potrebbe permettere la guarigione.
- La terapia chirurgica
Il trattamento chirurgico è riservato alle forme acute con complicanze ed in ogni caso deve essere adattata per ogni paziente. E’ stato dimostrato un tasso di successo a lungo termine del 92-95%. La chirurgia endoscopica nasale ha un ruolo cardine, ma deve essere eseguita in maniera precisa e limitata ai seni paranasali coinvolti per ridurre al minimo le complicanze. Tecniche mini-invasive come la balloon sinuplasty possono essere utilizzate con risultati comparabili.
In conclusione la barosinusite è una patologia ben conosciuta dal punto di vista fisio-patologico con buone aspettative di risultati positivi a lungo termine se somministrata la terapia adeguata al caso specifico.
*
*Vaezeafshar R, Psaltis AJ, Rao VK, Zarabanda D, Patel ZM, Nayak JV. Barosinusitis: Comprehensive review and proposed new classification system. Allergy Rhinol (Providence). 2017 Oct 1;8(3):109-117.