Negli ultimi anni, la questione della rimozione delle adenoidi nei bambini è diventata un argomento di grande discussione tra genitori, pediatri e otorinolaringoiatri. La confusione, a mio giudizio, nasce dal fatto che l’approccio terapeutico nei confronti di questo quadro clinico varia moltissimo, in modo spesso ingiustificato. Spesso si pone troppa attenzione all’eventualità di dover diagnosticare ed asportare le adenoidi, dimenticando che in realtà i casi in cui questa procedura è davvero necessaria sono piuttosto rari. Questo genera inutili ansie nel genitore. Oltre a questo, nella maggior parte dei casi, vengono completamente ignorate le cause nettamente più frequenti di ostruzione nasale nel bambino ovvero l’incapacità di soffiare il naso e la rinite allergica.
Adenoidi: Cosa Sono e a Cosa Servono
Le adenoidi sono tessuti linfatici situati nella parte posteriore del naso, vicino alla gola. Fanno parte del sistema immunitario e aiutano a difendere il corpo dalle infezioni durante l’infanzia. Con il passare degli anni, la loro funzione diminuisce e tendono a ridursi spontaneamente. Intorno ai 12 anni raramente si trovano ancora residui di questo tessuto linfatico.
Quando è Veramente Necessaria la Rimozione delle Adenoidi?
La rimozione delle adenoidi, o adenoidectomia, è spesso considerata in presenza di sintomi come infezioni ricorrenti, difficoltà respiratorie o disturbi del sonno. Tuttavia, è importante sottolineare che la necessità di un’intervento chirurgico deve essere valutata con estrema cautela. La maggior parte dei bambini supera i problemi legati alle adenoidi con il tempo e con trattamenti conservativi.
La Fibroscopia: Un’Indagine Da Usare con Giudizio
La fibroscopia è una procedura diagnostica che permette di visualizzare l’interno del naso e della gola utilizzando un tubo flessibile con una telecamera. Sebbene possa essere utile in alcuni casi, è indicata solo quando vi è un flusso aereo nasale fortemente ridotto. Non è necessario sottoporre ogni bambino con sospette problematiche adenoidee a questa indagine invasiva, a meno che non vi siano chiari segnali di ostruzione grave. Andare ad identificare la “quantità di adenoidi” presente è un esercizio assolutamente inutile perché non è detto che un bambino che ha meno adenoidi non abbia più disturbi di un bambino che ha più adenoidi.
Trattamenti Conservativi: La Prima Linea di Difesa
Prima di considerare l’intervento chirurgico, è fondamentale esplorare trattamenti conservativi. Questi possono includere l’uso di spray nasali, antibiotici per infezioni batteriche e misure per migliorare l’igiene del sonno. Spesso, questi approcci possono alleviare i sintomi e permettere al bambino di crescere senza la necessità di un intervento chirurgico.
Il Ruolo del Pediatra e dell’Otorinolaringoiatra
Il pediatra e l’otorinolaringoiatra svolgono un ruolo cruciale nella gestione delle problematiche adenoidee. La loro esperienza e competenza sono essenziali per valutare correttamente la situazione e decidere il miglior percorso di trattamento. La comunicazione chiara e trasparente con i genitori è fondamentale per ridurre le ansie e prendere decisioni informate.
Conclusioni
In conclusione, mentre le adenoidi possono causare problemi in alcuni bambini, la loro rimozione dovrebbe essere considerata solo in casi specifici e ben valutati. La fibroscopia, sebbene utile, non è sempre necessaria e dovrebbe essere riservata a situazioni di reale difficoltà respiratoria. Un approccio conservativo e una valutazione attenta da parte del medico possono spesso evitare interventi inutili, permettendo al bambino di crescere in salute.
L’informazione e la consapevolezza sono strumenti potenti per i genitori. Affrontare le problematiche adenoidee con serenità e fiducia nei professionisti della salute può fare la differenza nel benessere dei nostri piccoli pazienti.
Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria, Medicina del Sonno e Medicina Estetica.
Responsabile del servizio di Otorinolaringoiatria del CRO di Firenze.
Autore di “Sindrome delle Apnee Notturne: domande frequenti”
Autorie di “Reflusso gastroesofageo e reflusso extra-esofageo: domande frequenti“