Chiunque si occupi di medicina del sonno sa quanto sia difficile eseguire una “vera polisonnografia”. Per vera polisonnografia intendo uno studio che – oltre a valutare i parametri respiratori – valuti anche le fasi del sonno. Nonostante non sia strettamente necessario, in alcuni casi e per alcuni pazienti valutare anche le fasi del sonno risulta assai utile. Un tempo questo tipo di accertamento poteva essere eseguito soltanto durante un ricovero ospedaliero. Infatti le fasi del sonno potevano essere studiate solo mediante l’esecuzione di un tracciato elettroencefalografico continuo durante il riposo del paziente. Oggi, grazie a dispositivi evoluti come WatchPat 300, possiamo eseguire un esame affidabile anche a domicilio. Cerchiamo di capire insieme in quali casi può essere maggiormente utile eseguire una polisonnografia con studio del sonno.
Come già accennato, ai fini della diagnosi di Sindrome delle Apnee notturne, in 9 casi su 10, è sufficiente eseguire un monitoraggio cardio-respiratorio completo. Spesso, per semplificare la vita ai pazienti che hanno poca dimestichezza con i termini medici, si usa il termine polisonnografia anche per il monitoraggio cardio-respiratorio completo. Meglio, in effetti, sarebbe chiamarlo col suo nome corretto o al limite poligrafia perché in effetti questo esame non registra le fasi del sonno del paziente… ma crediamo che semplificare la vita dei pazienti non sia mai un errore!!
Polisonnografia con studio fasi del sonno: quando è indicata?
La polisonnografia con studio delle fasi del sonno è l’esame ideale per l’inquadramento della Sindrome delle Apnee Notturne. Quindi, in generale sarebbe sempre preferibile eseguire questa tipologia di accertamento. Tuttavia nella maggior parte dei casi è sufficiente un monitoraggio cardio-respiratorio completo, un esame meno costoso rispetto alla polisonnografia. La polisonnografia può essere eseguita in seconda battuta, per quei casi in cui il monitoraggio cardio-respiratorio ha fornito risultati dubbi.
Esistono tuttavia anche dei casi nei quali – a mio giudizio – la polisonnografia è da preferire al monitoraggio cardio-respiratorio già in prima battuta. Mi riferisco a soggetti giovani adulti con risvegli e/o sonnolenza e a tutti i soggetti in cui si sospetti la presenza di una insonnia non collegata alle apnee notturne. In questi casi, conoscere le fasi del sonno nel paziente offre indubbi vantaggi al medico e permette di scegliere la migliore terapia.
Dal momento che la polisonnografia eseguita con WatchPat è molto agile e non prevede l’utilizzo di cannule nasali, questo tipo di accertamento risulta particolarmente indicato anche per tutti i soggetti che vogliono mantenere un alto livello di confort durante la notte d’esame.
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Medico Chirurgo
Specialista in Otorinolaringoiatria, Medicina del Sonno e Medicina Estetica.
Responsabile del servizio di Otorinolaringoiatria del CRO di Firenze.
Autore di “Sindrome delle Apnee Notturne: domande frequenti”
Autorie di “Reflusso gastroesofageo e reflusso extra-esofageo: domande frequenti“