Edizioni CRO

Opere edite.

I Sordi Sentono - Giuseppe Gitti

I Sordi Sentono L'Autore da tanti anni sostiene che il bambino sordo profondo prelinguale se protesizzato precocemente, pur non avendo la possibilità di udire, ma solo di sentire, è in grado di raggiungere una adeguata competenza cognitiva e linguistica. Vero o falso? La risposta a questa domanda è di fondamentale importanza perché se fosse vero molte polemiche non avrebbero più ragione di essere in quanto sarebbe dimostrato che la lingua naturale del bambino sordo profondo prelinguale è la lingua orale,il linguaggio mimico-gestuale è uno strumento riparatore,l'impianto cocleare può essere applicato quando il bambino sordo profondo prelinguale è diventato... postlinguale

L'Autore ritiene che, in caso di risposta affermativa, tutti dovrebbero impegnarsi per abbattere il più grave handicap del bambino sordo profondo prelinguale che non è la sordità, ma l'assenza della lingua procedendo alla stesura di un protocollo comune di intervento e all'istituzione di Servizi sanitari, educativi e sociali capillarmente distribuiti su tutto il territorio nazionale.

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Oltre l'ostacolo - Valentina Paoli

Oltre l'ostacolo L'esperienza di una ragazza nata sorda e che ha imparato a parlare con il metodo oralista.

Il libro è stato tradotto anche in Russo.

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Recensioni Sono rimasto entusiasta della notizia che uno dei " nostri ragazzi " aveva deciso di uscire dal suo privato per dare corpo ad una testimonianza cosi importante come può essere un libro. Durante questi anni in cui mi sono occupato di sordità , ed in particolare della sordità infantile, mi sono scontrato con due tendenze che impediscono una vasta divulgazione di quanto è possibile fare per i bambini che hanno problemi gravi di udito prima dell'acquisizione del linguaggio (in linguaggio tecnico si chiama " sordità profonda preverbale "). ln primo luogo c'è l'ingombrante presenza di istituzioni che, nate per tutelare gli interessi dei sordi, hanno fatto molto in passato per queste persone, ma che in questi ultimi anni sono rimaste arroccate su posizioni di difesa di quanto acquisito, senza proiettarsi verso quanto di nuovo si offre a chi nasce con un problema di sordità profonda. D'altra parte, facendo parte di una Associazione di genitori di audiolesi, ho potuto notare che esiste una tendenza diffusa a valutare il problema della sordità in termini esclusivamente personali o familiari. Bisogna, al contrario, avere coscienza che è solo affrontando il problema nella sua generalità che si potrà dare una risposta efficace alla sordità, l'iniziativa dei singoli è spesso destinata ad infrangersi su muri su cui solo una azione comune e ben organizzata può fare breccia. Dunque iniziative come quella di Valentina sono da ritenersi meritevoli di lodi incondizionate. Per la verità Valentina non è un caso isolato , ma fa parte di un gruppo di ragazzi fiorentini, sordi profondi dalla nascita, che hanno compreso l'importanza di " uscire allo scoperto " e, vincendo timidezza e riservatezza, hanno deciso di rendere pubblica la propria esperienza, estremamente preziosa per chi si trovi ad operare in questo campo, perche solo dalle loro parole possiamo capire cosa è necessario per migliorare la qualità dell'intervento. In particolare, noi genitori di bambini piccoli nati con sordità profonde, attraverso l'esperienza raccontata, possiamo valutare meglio quegli aspetti psicologici estremamente importanti per la riuscita dell'iter di riabilitazione - meglio sarebbe parlare di " abilitazione " - se non addirittura decisivi, che spesso ci sfuggono. In questo senso la " fatica " di Valentina è una fonte a cui attingere a piene mani perchè fornisce numerosi spunti di riflessione. Su tutti evidenzierei l'importanza di avere un dialogo aperto, anche e soprattutto sul " problema ", tra i figli ed i genitori e di una partecipazione equilibrata della famiglia. In conclusione vorrei porre un quesito: la freschezza, la gioia di vivere, la voglia di riuscire, la ricerca del sapere e della cultura che traspaiono dalle pagine del libro di Valentina non sono una evidente dimostrazione di quanto i nostri ragazzi siano capaci di fare? Credo di sì e mi auguro che questo abbia l' effetto di un sasso gettato nello stagno: per Valentina e per i " nostri ragazzi "... Alessandro Pulcinelli F.I.A.D.D.A. sezione Firenze /p>

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Il linguaggio della Voce - Paola Cadonici

Il linguaggio della Voce Ben consapevole di quanto sia difficile parlare del la voce in modo nuovo, voglio precisare che, attraverso una concreta testimoni anza di lavoro, intendo offrire un motive di riflessione ed alcuni spunti terapeutici a quanti si oc cupano di ri abi 1i tazione, senza aggiungere nulla, per quan to concerne 1'aspetto fisi o-patologico, agli esaur i ent i trattati attualmente a di sposizione. Da diversi anni mi occupo unicamente di disfonie in strutture sanitarie e termali e dall'osservazione di numerosi pazienti, delle loro patologie, dei loro problemi e dei loro comportamenti , sono maturate alcune considerazioni che vorrei mettere a disposizione degli altri. Se l'intento iniziale era di parlare esclusivamente di patologie vocali e di interventi riabilitativi, mi sono accorta che, strada facendo, emergeva un interesse di più ampio respiro e che quanto mi stava maggiormente a cuore era comunicare a tutti i miei possibili lettori almeno una piccola parte dell'entusiasmo e dell'ammirazione, che il fenomeno Voce, in tutte le sue manifestazioni, riesce a suscitare quotidianamente in me.

Un ringraziamento va a tutti coloro che mi hanno aiutata a raccogliere il materiale di cui ho potuto fruire,sia pazienti che collaboratori , in modo particolare al Maestro Ettore Campogalliani , che ha contribuito alla stesura del testo con il suo saggio sulla voce cantata. Desidero ricordare nel mio libro Demetrio Stratos, che ha creduto, come pochi altri, al linguaggio della voce. Nessun suono è stato bandito dalla sua straordinaria laringe, nessun tentativo, per arrivare ad una vocalità disinibita, è stato scartato a priori. Stratos, indubbiamente innamorato del fenomeno Voce, decise di installare nel proprio apparato pneumo-fono-articolatorio un vero laboratorio di ricerca, senza sacrificare al rigore degli esperimenti la gioia del divertimento. Dai vocalizzi in libertà, che a distanza di tempo mantengono intatta la loro forza straordinaria, emerge un grande desiderio di aprire le porte di tutte le gabbie psichiche e fisiche, che opprimono la Voce, desiderio pienamente condiviso dal logopedista durante la terapia vocale. Desidero rendere omaggio ad una laringe senza colonne d'Ercole, con cui purtroppo non mi sarà mai possibile lavorare. "Se una nuova vocalità può esistere dev'essere vissuta da tutti e non da uno solo" così dice Stratos in un suo disco e così ci auguriamo noi.

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Sentire Segni - Giuseppe Gitti

Sentire Segni l'abbonamento si effettua a mezzo assegno bancario non trasferibile o vaglia postale o c/c postale n° 15297500 intestato a Centro Rieducazione Ortofonica P.le Porta al Prato n° 34-35 50123 Firenze.L'abbonamento decorre dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno. Gli abbonamenti non disdetti entro il 31 gennaio si intendono rinnovati per l'anno successivo.

Per motivi organizzativi si invitano gli abbonati a provvedere al pagamento della quota annuale entro il 31 marzo.

A coloro che effettuano un nuovo abbonamento durante l'anno saranno inviati gli arretrati

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L'impianto cocleare nelle sordità gravi e profonde - Autori Vari

L'impianto cocleare nelle sordità gravi e profonde - Autori Vari L'impianto cocleare nelle sordità gravi e profonde è costituito, sostanzialmente, dagli interventi tenuti al secondo Corso RILIC tenuto a Roma il 15-16-17 Maggio 2003. Tale Corso, rivolto ai logopedisti che intendono approfondire l'argomento sordità nell' aspetto genetico clinico, chirurgico e terapeutico, è stato possibile realizzarlo grazie alla gentilezza, l'ospitalità e la disponibilità del Professor Filipo e della Dottoressa Bosco. Gli argomenti trattati sono raggruppati in sezioni secondo criteri formativi e di approfondimento. Dallo stato dell'Arte dell'impianto alla valutazione dove emerge la nuova classificazione del gruppi di livello (CAAD). Specialisti in ambito scientifico noti in campo nazionale e internazionale trattano l'intervento e le relative complicanze e i nuovi orientamenti in ambito di selez:ione, di fitting e di terapia riabilitativa. Le età considerate sono la pediatrica, adolescenziale e adulta pre e post verbale; viene focalizzata in particolar modo la riabilitazione acustico-verbale in rapporrto alle tipologie espresse nel CAAD. E' emersa la necessità di intraprendere un percorso volto alla collaborazione, lo scambio tra Centri e operatori del settore, promuovendo la formazione permanente e la ricerca.

P. Cippone A. De Filippis

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Protocollo comune di valutazione dei risultati in audiologia riabilitativa - Autori Vari

Protocollo comune di valutazione dei risultati in audiologia riabilitativa Un gruppo di esperti si e riunito il 18 novembre 1994 a Varese per mettere a punto una strategia valutativa da utilizzare per la stima del risultati in Audiologia Riabilitativa e che può assumere un ruolo determinante anche nel memento diagnostico. Lo scopo era di fornire uno strumento comune ai centri italiani specialistici, al fine di raggiungere uniformità nella valutazione dei risultati, senza la pretesa alcuna di sostituirsi a quanto in uso, tanto che il protocollo si sarebbe dovuto avvalere di test già utilizzati nella pratica clinica. In quella riunione si formarono quattro gruppi, ciascuno dei quali era formato da più professionisti di diverse cliniche e/o Istituti, coordinati da un capogruppo. I quattro gruppi di lavoro furono denominati con l'argomento che avrebbero dovuto sviluppare ed erano cosi composti: 1) GRUPPO DETEZIONE: capogruppo Bossi (BS), con Lecco e Varese; 2) GRUPPO DISCRIMINAZIONE: capogruppo Pasanisi (PR) con Savona e Varese; 3) GRUPPO IDENTIFICAZIONE: capogruppo Amadori (VE) con Messina e Palermo; 4) GRUPPO RICONOSCIMENTO: capogruppo Santoni (VR) con Reggio Emilia e Rovereto; 5) GRUPPO COMPRENSIONE: capogruppo Burdo (VA) con Messina, Firenze e Pisa. Successivamente alla prima riunione: Amigoni e De Filippis chiesero di partecipare ai lavori di tutti i gruppi. I gruppi di lavoro si riunirono indipendentemente uno dall'altro, più volte, per portare a termine il compito che 1'assemblea aveva loro assegnato ed i loro elaborati furono discussi nelle sedute plenarie organizzate a Venezia il 17 marzo 1995, a Varese il 12 maggio 1995 e a Verona il 26 maggio 1995.

Le raccomandazioni qui di seguito riportate sono da considerarsi il minimo che può essere richiesto per la valutazione dei risultati, tanto che può essere somministrato senza modificare in termini sostanziali le abitudini personali in circa 40 minuti di tempo. E evidente che coloro che volessero seguire strategie più complesse, sono sollecitati a farlo.

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